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Tra arredo e luce: il Microfestival dell’abitare affronta la rivoluzione del concetto di vivere gli spazi

Alla scoperta del concetto di abitare lo spazio tra arredo e luce: cosa riserva il futuro per vivere in modo nuovo le nostre città?
Questa è la sfida che hanno affrontato gli studenti del Laboratorio di Interior design dell’Università Iuav di Venezia, protagonisti della mostra principale del Microfestival dell’abitare tenutosi a Padova dal 24 maggio al 3 giugno 2023.
La manifestazione ha lasciato un’impronta significativa nel panorama del design e dell’architettura. La mostra principale, intitolata “GuerillaLAB – Matsuri”, ospitata presso lo spazio Acquario del Centro Culturale Altinate/San Gaetano, ha offerto un’esplorazione avvincente del potenziale degli interni come strumento di rigenerazione urbana. Il Microfestival non si è limitato a un solo luogo: ha permeato la città, diffondendo la sua energia creativa e ispiratrice in diversi ambienti.
Antonio Bressa, assessore all’edilizia privata, ne parlava così in una recente intervista:

“[…] andremo in loco a vedere come ci sono già delle aree della città dove sono in corso delle operazioni di rigenerazione urbana per cui certi luoghi vengono reinterpretati con funzioni nuove grazie anche a delle operazioni semplici di ridefinizione degli interni. Tutto questo ci pone di fronte al tema di come, con una città sulla quale abbiamo deciso di non costruire più, possiamo però utilizzare ciò che già abbiamo e cambiarne progressivamente le funzioni man mano che cambiano le esigenze. E tutto questo grazie alla rigenerazione urbana che è il tema centrale del Microfestival”


Sono state infatti presentate esperienze e pratiche di ri-modellazione dello spazi, aprendo nuove prospettive sul futuro dell’abitare delle nost

La nascita di un progetto collettivo

Il Microfestival dell’abitare nasce da una serata speciale, quella del 23 giugno 2022, quando gli studi, i laboratori e le officine di Padova hanno aperto le loro porte al pubblico, mostrando le loro opere originali e creative. La serata, chiamata “Acqua di San Giovanni”, ha riscosso un grande successo e ha stimolato la curiosità dei visitatori, che hanno potuto scoprire le meraviglie della collaborazione tra professionisti dell’architettura, artigiani e artisti. Da questa esperienza è nata una riflessione affascinante: come il design d’interni può contribuire alla rigenerazione urbana e alla qualità dell’abitare. Nel festival queste storie sono state raccontate e condivise, ispirando nuovi modi di vivere e di convivere negli spazi abitativi.

Matsuri, il festival giapponese che ci insegna a vivere meglio

L’esposizione ha riportato in primo piano la dimensione festosa e celebrativa che spesso si perde nella nostra cultura moderna. Attraverso il microfestival si è voluto risvegliare la consapevolezza dell’importanza delle relazioni, creando uno spazio in cui le persone hanno potuto incontrarsi, condividere e celebrare insieme. È stato un invito post pandemia a riscoprire la bellezza delle connessioni umane e a valorizzare l’arte di abitare per riscoprire la gioia di condividere spazi, idee ed emozioni.

I contesti abitativi

Sono stati dodici gli scenari innovativi e sorprendenti che hanno offerto una visione avanguardistica del concetto dell’abitare, delineando una varietà di prospettive abitative, lavorative e sociali in un contesto post-Covid, in cui la sostenibilità è ormai imperativa.

  • Microhotel: nuove forme di ospitalità con spazi privati e condivisi.
  • Lab: spazi per artigiani, makers e economie creative.
  • Casa dello studente: co-housing per studenti con spazi studio e vita comune.
  • Microflat: nuove forme di abitazione con spazi privati e condivisi.
  • Trans-age: convivenza tra diverse generazioni con complementarità.
  • Stratificazioni: risoluzione di conflitti tra diverse destinazioni d’uso.
  • Orto urbano: coltivare indoor e promuovere il concetto di “chilometro zero”.
  • Garage office: spazi per lavorare e vivere per creativi e professionisti.
  • Il tempio: ambienti per la meditazione, spiritualità e pratiche antiche e moderne.
  • Residenza d’artista: spazi per lavorare e abitare per artisti contemporanei.
  • Commuter’s residence: abitazioni temporanee per pendolari e viaggiatori.
  • Rehab-scuderie: spazi per la cura e il recupero, condividendo esperienze.

La rigenerazione degli spazi

Sono molte le realtà che hanno partecipato al tema della rigenerazione degli spazi: scopriamo assieme i protagonisti del festival e i loro progetti.

Guerrilla Lab

Guerrilla Lab è un’audace sfida alle convenzioni, un progetto che abbraccia l’idea di riuso e reinterpretazione degli spazi. Non si tratta solo di ristrutturare gli edifici, ma di dare vita a un’innovativa riqualificazione urbana, riutilizzando lo spazio in modo creativo e significativo. Gli autori del concept hanno colto l’importanza di immaginare nuovi usi e comportamenti nello spazio, superando le limitazioni strutturali e mettendo al centro i valori simbolici dell’ambiente e le esigenze delle persone che lo abitano.

Graundstudio

Come ri-modellare i confini dello spazio? Questa è la domanda che si sono posti gli autori del progetto di riqualificazione urbana, che si basa sul riutilizzo creativo e significativo degli spazi esistenti. Grazie alla collaborazione con Graundstudio, un gruppo di grafici che ha fatto del garage la loro dimora artistica, il Microfestival dell’abitare ha trovato una voce visiva incisiva e coinvolgente. Questa sinergia ha portato alla creazione di un’esperienza unica che ha coinvolto altre realtà artistiche e culturali, come Umu Studio, con una lettura di Tiziano Scarpa sulle possibilità di coabitazione, e Atelier1bis, che ha trasformato una cicchetteria asiatica in una straordinaria installazione chiamata “Living Room”.

Abitare in evoluzione: esplorando nuovi orizzonti e materialità

La sezione dedicata al progetto di Interni ha offerto una panoramica completa sull’abitare contemporaneo, attraverso una varietà di lavori e talk che hanno abbracciato diverse discipline. Gli artisti emergenti come Filippo Minoglio e Matteo Rattini hanno esplorato la relazione tra spazio e materiali, offrendo una visione fresca e stimolante. Durante gli interventi si è affrontato il tema delle residenze artistiche come strumento di indagine e riattivazione del territorio, nonché la carenza di alloggi per gli studenti e le possibili soluzioni innovative. Sono state esplorate anche le pratiche sociali che si traducono in realtà abitative concrete, come il caso di Spazio Stria e del Progetto vincitore Creative Living Lab.


L’approccio multidisciplinare è stato ulteriormente enfatizzato attraverso approfondimenti sull’agronomia e l’utilizzo degli orti come spazi di incontro e socializzazione. Sono state esplorate l’estetica degli spazi e le nuove concezioni di ospitalità, aprendo la discussione sulla trasformazione degli scenari domestici dopo l’impatto della pandemia.

Instudio

In questo contesto, INSTUDIO si è inserito come un progetto che va oltre i confini tradizionali, unendo arte, design e creatività in un unico spazio di esplorazione e sperimentazione.

Ciò che rende INSTUDIO unico è la combinazione di due elementi fondamentali: da un lato, la necessità di un ambiente intimo e riflessivo per l’artista e, dall’altro, il desiderio di creare connessioni e scambi con gli altri. Lo studio diventa così un luogo in cui questi due aspetti si fondono, consentendo una coesistenza armoniosa tra la ricerca personale e le relazioni con il mondo esterno.

La sua presenza ha contribuito a dar vita a un’esperienza coinvolgente e stimolante all’interno della manifestazione, portando avanti la mission di diffondere la consapevolezza delle nuove frontiere dell’abitare contemporaneo.

Luce post Covid, le ricerche e i progetti

Uno degli highlights del festival è stato il talk di chiusura tenuto da Silvia Betteto e Alberto Sozza, rispettivamente vice Presidente e Presidente di Luce In Veneto. Come esperti nel campo dell’illuminazione hanno presentato nuovi dispositivi e approcci innovativi che stanno rivoluzionando il settore. Sono state esplorate le nuove prospettive, le tendenze e l’importanza della luce nello spazio abitativo contemporaneo, offrendo spunti di riflessione e ispirazione per gli spettatori.

Alla scoperta delle molteplici dimensioni della luce

Nel contesto evolutivo proposto all’evento, Elesi Luce nella persona di Silvia Betteto, si è unita al dialogo con un tema che ha voluto esplorare l’incredibile potenziale della luce nel periodo post-covid. Un argomento che abbraccia le molteplici sfaccettature dell’illuminazione, coinvolgendo aspetti di design, fenomeni fisici e impatti psicologici.


La partecipazione di Elesi al Microfestival dell’abitare nasce dalla volontà di diffondere la cultura della luce e creare consapevolezza sul suo ruolo trasformativo. In un momento di cambiamenti rapidi e fluidi, è essenziale comprendere le molteplici dimensioni dell’illuminazione e il suo impatto sull’ambiente abitativo. Perché la luce non è solo un parametro fisico da valutare, ma anche un elemento che emoziona e influenza le nostre vite in modi profondi.

COSA PUÒ FARE UNA LAMPADA OLTRE A FARE LUCE?

Negli ultimi 15 anni la luce ha compiuto una vera e propria rivoluzione, trasformandosi da semplice complemento d’arredo a elemento multifunzionale. Oggi una lampada non si limita più a illuminare, ma può diventare un dispositivo IoT, un oggetto di design o un pezzo d’arte unico. Può essere utilizzata per sanificare gli ambienti, incorporare sensori o nascondersi dietro materiali fonoassorbenti. La luce è diventata più di un semplice dispositivo: è una parte del nostro quotidiano che arricchisce la nostra esperienza abitativa.


Durante il festival sono stati sperimentati nuovi spazi abitativi, progettati per adattarsi alle esigenze attuali. Ma quando si parla di abitare, non possiamo trascurare il ruolo centrale della luce. Questo evento ha offerto un’opportunità unica per approfondire la complessità del mondo luminoso, esplorando e facendo conoscere sia gli aspetti tecnici e fisici, che quelli legati all’immagine e al design.

Trasformare la crisi in opportunità

Il Microfestival dell’abitare non è stato solo un evento culturale, ma anche un’occasione di riflessione e di trasformazione. Gli scambi interdisciplinari con esperti, artisti e ricercatori, hanno permesso di approfondire le tematiche della sostenibilità e dell’innovazione nell’ambito dell’abitare. I partecipanti hanno esplorato nuovi scenari abitativi, soluzioni creative e visioni alternative per il futuro.

Le idee che sono emerse durante l’evento non si esauriscono qui, ma continueranno a stimolare il dibattito e il progresso nel settore, affrontando le sfide e le opportunità dell’abitare nelle nostre città. Questo festival ci invita a migliorare, esplorando nuove frontiere per costruire un futuro sostenibile e inclusivo. Come disse Albert Einstein…


“Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni perché la crisi porta il progresso.”

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