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Illuminazione ufficio: il valore della luce negli ambienti di lavoro

La nuova frontiera del settore illuminotecnico ha un nome preciso – Human Centric Lighting – e specifiche aree di applicazione, come le scuole o le case di cura.
Anche il tema “illuminazione ufficio” è ben presente tra gli argomenti di progettazione umanocentrica: gli ambienti di lavoro rappresentano infatti quei luoghi in cui l’essere umano trascorre gran parte del suo tempo e perciò meritano di essere approfonditi.

L’uomo e la natura

La natura scandisce da sempre i nostri ritmi biologici attraverso l’esposizione o meno alla luce solare. Nell’arco delle 24 ore ore, infatti, il ciclo luce/buio detta le regole, dando il tempo al nostro corpo per un ciclo ben definito di attività/riposo che da sempre ha cadenzato la vita dell’umanità.
L’alternanza del giorno e della notte è quindi il fattore chiave, che regola il rilascio degli ormoni, le fasi di sonno e veglia oltre che della pressione sanguigna.

La luce blu

In particolar modo è stato evidenziato come il colore della luce possa fare la differenza: lo stimolo luminoso di determinate frequenze del blu nelle ore notturne segnala al cervello che è ancora giorno, inibendo la produzione di melatonina e ritardando il sonno. L’esposizione serale a questo tipo di luce è quindi potenzialmente dannosa per la salute perché de- sincronizza l’orologio biologico alla base della vita sulla terra (ritmi circadiani). Durante le ore diurne il corretto utilizzo della stessa luce può invece produrre effetti positivi sulle prestazioni degli individui.

UMORE e MEMORIA

Che la luce abbia effetti anche sull’umore è sempre stato piuttosto evidente: pensiamo alle lunghe giornate invernali, in cui la mancanza di luce, specialmente nel delicato passaggio tra una stagione all’altra, apporta malumore, irritabilità e mancanza di energia.

Il cronobiologo Samer Hattar della Johns Hopkins University ha condotto un recente studio in cui ha dimostrato come la luce attivi particolari cellule oculari (cellule ganglionari retiniche fotosensibili o ipRGC), che a loro volta mandano dei segnali ai centri del cervello responsabili dell’umore, dell’apprendimento e della memoria. É proprio la luce, quindi, a regolare quei comportamenti legati all’umore e alle funzioni cognitive.

Con l’avvento dell’illuminazione elettrica è stato possibile condurre attività diurne dopo il tramonto, introducendo così il lavoro notturno o su turni. Tale cambiamento ha apportato tuttavia anche altre conseguenze: scambiare il giorno per la notte può infatti indurre alla depressione, oltre che provocare problemi di memoria. Ѐ interessante notare come i risultati della sperimentazione dimostrino l’insorgenza dei problemi relativi all’apprendimento solo dopo aver riscontrato i disturbi dell’umore.
Lo studio del cronobiologo sottolinea che la causa determinante di tali alterazioni non è tanto la mancanza di sonno, bensì l’esposizione alla luce intensa delle lampade.

LA TERAPIA DELLA LUCE

Non è un caso quindi che sempre più spesso la luce venga usata come vera e propria terapia: Micheal Terman, autore del libro Chronotherapy, ha evidenziato come il cambiamento della luce nelle varie fasi dell’anno o il variare dell’illuminazione all’interno degli edifici possano influire sul comportamento umano.
Dalle ricerche effettuate è risultato che il 53,3% dei soggetti affetti da disturbo affettivo stagionale (DAS) ha giovato di un significativo miglioramento dei sintomi depressivi con il trattamento della luce (Light Therapy).
La luce blu, quindi, non è solo nociva: se usata nei giusti momenti della giornata, può essere una vera e propria alleata nel garantire il benessere della persona.

HUMAN CENTRIC LIGHTING NEL MONDO

TOKIO

A Tokio, presso le metropolitane e le linee ferroviarie della città, sono state installate luci blu allo scopo di contrastare l’alto tasso di suicidi.
Il risultato è stato sorprendente: l’introduzione di queste installazioni ha ridotto le morti del 84%.

MOSCA

A Mosca, la metropolitana di ultima generazione ha dato risalto anche all’illuminazione. Treni con luci a LED che si adattano all’ora del giorno: una luce più fredda durante le ore diurne che progressivamente diventa più calda con l’avanzare della sera. Il sistema, coerente coi principi base dello human centric lighting, permette così ai pendolari di raggiungere alti livelli di vigilanza e produttività. L’illuminazione notturna, invece, più bassa sulla scala Kelvin, favorisce la produzione di melatonina per un sonno di qualità.

Spazi flessibili e luce dinamica

I tempi cambiano e con essi anche il tradizionale lavoro d’ufficio. La pandemia ha accelerato la trasformazione, rendendo le attività impiegatizie sempre più dinamiche e flessibili. I modelli di lavoro cambiano, e con essi gli spazi: le statiche postazioni di lavoro, dove ogni posto era assegnato in maniera rigida ed inflessibile, stanno diventando un ricordo del passato. La frammentazione che è in atto darà origine a vere e proprie aree di lavoro.
L’ufficio si sta quindi trasformando in un ambiente polifunzionale dove poter dar spazio all’interazione e alla connessione umana, oltre che alla produzione: tecnologia e architettura devono venire in aiuto per dare risposte ai nuovi bisogni del lavoratore.

Progettazione resiliente

In un mondo del lavoro sempre più in trasformazione, anche la progettazione delle luci deve saper adattarsi al cambiamento.
Le soluzioni di Human Centric Lighting si combinano in maniera olistica per garantire gli effetti visivi, emozionali e biologici della luce.
L’impatto dell’illuminazione influisce infatti su molteplici fattori:

  • l’attività, garantendo un eccellente comfort visivo
  • l’architettura, attraverso la valorizzazione degli spazi
  • l’atmosfera, per mezzo di adeguate gerarchie di percezione
  • il benessere del lavoratore e il conseguente incremento delle prestazioni

LA NORMATIVA

La norma UNI EN 12464-1 del 2021 – attualmente in vigore e riguardante l’illuminazione dei posti di lavoro – introduce gli effetti non visivi della luce, dando finalmente spazio a questo argomento di sempre più crescente interesse.
Il nuovo standard fa riferimento agli aspetti visivi dell’illuminazione, ma include altresì anche quelli non visivi: in particolare, tratta di come l’illuminazione condizioni il ritmo circadiano e l’umore, nonché di come possa migliorare le prestazioni degli individui.
Così ne parlava Daniele Lizzani, membro del GL2 UNI, in un’intervista al Lighting Open Day del 2019: “Altro criterio molto importante che è stato inserito all’interno della norma e per la prima volta all’interno di una norma, anche se a livello informativo, è il concetto di “human centric lighting”; quindi mettere la persona al centro dei bisogni, quindi dei benefici che la luce – o comunque certi tipi di luce – può fornire alla persona. In questo caso abbiamo varie considerazioni di quantità di luce naturale e allo stesso tempo anche quelle che può fornire la luce artificiale all’interno del locale analizzato.”

Gli studi e i risultati negli ambienti di lavoro

Sono in aumento le ricerche su come la luce dinamica sia in grado di soddisfare le necessità psicologiche e cronobiologiche della persona, in particolari momenti della giornata e durante l’esecuzione di attività specifiche. I risultati suggeriscono con forza l’adozione di sistemi di luce in linea coi principi dello human centric lighting.

Healthy Offices

In particolare vogliamo porre l’attenzione su uno studio condotto in collaborazione con Twente University, The Free University Amsterdam e il consulente immobiliare CBRE Holland, denominato “ Healthy Offices ” in cui è stata messa in risalto la qualità dello spazio indoor per il benessere e le prestazioni dell’individuo.

Una soluzione “human centric lighting” è stata installata all’interno della sede centrale di CBRE ad Amsterdam: tale allestimento comprendeva un sistema di illuminazione a tempo controllato con una sequenza di luci rispettosa del ritmo circadiano.

La sperimentazione

L’intensità luminosa è stata intensificata fino a quasi il doppio del normale attraverso la luce indiretta di apparecchi sospesi ed elevati livelli di illuminamento verticale. Quest’ultimi, assieme alla luce bianca fredda dalla componente indiretta hanno così agito sui lavoratori durante le ore del mattino e del primo pomeriggio. A metà giornata e verso sera, invece, i dipendenti sono stati stimolati da una luce più calda e soffusa. Le misurazioni sono durate per un totale di sette mesi.

I RISULTATI

Il nuovo assetto, compreso di illuminazione umanocentrica, ha portato i risultati sperati:

  • le prestazioni lavorative sono migliorate del 18%
  • il 71% dei lavoratori ha sperimentato più energia
  • il 76% ha avuto benefici sull’umore
  • il 50% ha riscontrato dei miglioramenti sulla salute
  • il 12% un incremento della precisione

Tali sorprendenti risultati sono la prova tangibile di come gli investimenti nell’illuminazione umanocentrica possano restituire grandi numeri: uffici più sani, dunque, per ridurre le spese di malattie e turnover dei dipendenti, massimizzando al contempo la produzione.

Indagini mirate

Repro-Light è un progetto finanziato dalla Commissione europea per lo sviluppo di una illuminazione modulare e personalizzata oltre che rispettosa dell’economia circolare. Punto cardine della ricerca, in cui è coinvolta anche l’Italia, è l’attenzione che si rivolge alla persona; in questo senso sono stati effettuati sondaggi specifici in cui si sono evidenziati gli effetti della luce:

  • oltre il 90% degli intervistati ritiene che l’illuminazione del proprio posto di lavoro possa influire sul proprio umore
  • l’87% afferma che influisce sulle prestazioni
  • il 92% pensa che influenzi la vigilanza sul posto di lavoro.

Dal sondaggio è emerso che anche il sesso e l’età influenzano le necessità dell’individuo: le donne e i lavoratori oltre i 50 anni sentono il bisogno di una migliore illuminazione.
“La luce può influenzare positivamente la capacità di un individuo di mantenere alte l’attenzione e le prestazioni cognitive. Inoltre, i sistemi d’illuminazione che ci circondano durante il giorno possono influenzare il sonno” spiega Wilfried Pohl, a capo del gruppo di ricerca.

Gli aspetti della luce per una progettazione umanocentrica

Il nostro orologio biologico è governato dalle diverse condizioni di illuminazione naturale in atto durante l’arco della giornata; la stessa luce può quindi avere effetti negativi o positivi a seconda dell’orario di esposizione.
Il tempo e la regolazione di temperatura del colore (tunable white) assumono quindi un ruolo importante nella progettazione illuminotecnica, ma non devono essere considerati gli unici elementi capaci di influenzare gli effetti non visivi della luce.
La progettazione umanocentrica si concentra infatti su diversi aspetti della luce, tutti di uguale rilevanza:

  • il tempo
  • luminosità
  • spettro luminoso
  • distribuzione della luce

Progettazione su misura

In passato la progettazione illuminotecnica degli ambienti di lavoro si concentrava esclusivamente sul tipo di attività da svolgere. Oggi le informazioni a nostra disposizione ci indicano la nuova strada da percorrere: luce dinamica e personalizzata.
Human Centric Lighting significa infatti mettere al centro della progettazione l’individuo, che in quanto tale è unico e con necessità che possono variare a seconda del sesso e dell’età. Non esiste quindi una soluzione che possa soddisfare in maniera univoca qualsiasi tipo di contesto: abbiamo tuttavia le informazioni necessarie per sviluppare concretamente un piano di progettazione conforme all’illuminazione antropocentrica.
L’utilizzo congiunto di corpi illuminanti con dispositivi di controllo della luce può fornire una luce biologicamente potente che sostenga al massimo la salute e le performance degli occupanti. Tutto ciò senza mai trascurare aspetti fondamentali come la visibilità, l’abbagliamento o lo sfarfallio.

Il valore della luce

Elesi Luce sostiene attivamente la cultura della luce e si impegna con costanza nella divulgazione dei principi umano centrici.
Un’adeguata esposizione alla luce è indispensabile per la regolazione dei ritmi circadiani e per assicurare al nostro organismo salute e benessere. In particolare, in ambito lavorativo, l’illuminazione incide anche su aspetti legati alle prestazioni, come la memoria e la concentrazione, qualità indispensabili in qualsiasi settore professionale. L’azienda si impegna pertanto a portare la cultura della luce là dove ce n’è bisogno, ad esempio promuovendo corsi specializzati per i suoi clienti/distributori.

Elesi crede nel gioco di squadra, specialmente nella diffusione di un tema così delicato e ancora poco conosciuto. La sua partecipazione a Luce in Veneto conferma lo spirito collaborativo che la contraddistingue. La rete di imprese, a cui è affidata la governance di Venezia Smart Lighting – Rete Innovativa Regionale (RIR) – pone tra i suoi obiettivi specifici proprio la diffusione della cultura della luce. In ambito di Sustainable Living, si parla appunto di benessere negli ambienti di vita fornito dalla produzione di lampade con emissioni spettrali rispettose dei cicli circadiani

I nuovi paradigmi dello Human Centric Lighting sono stati inseriti tra le nuove aree progettuali di interesse, nonchè tra i principali trend di mercato.

Essere pronti al cambiamento

Negli ultimi anni l’industria dell’illuminazione sta vivendo un profondo cambiamento: lo sviluppo simbiotico di evoluzione tecnologica e sostenibilità.
I principi sostenibili su cui si basa la nuova illuminazione sono volti a ridurre il consumo energetico e, in altrettanta misura, ad affrontare l’impatto che la luce ha sulla salute e il benessere delle persone.
L’Internet of Things e le nuove informazioni di cui dispone la Luce fanno sì che oggi sia possibile adattare l’illuminazione alle esigenze degli utenti.
Elesi Luce è partecipe del cambiamento e si prodiga affinché il valore della luce sia protagonista nel futuro del settore illuminotecnico: le soluzioni di illuminazione dovranno offrire luce di quantità e spettro adeguati in base all’attività, al momento giusto della giornata e per un appropriato periodo di tempo.

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